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sabato 2 giugno 2012

IL VINO E' SARDO, I SOLDI VANNO AGLI "AMICI" DI ROMA

pubblicata da SARDEGNA UNITA E INDIPENDENTE il giorno domenica 27 maggio 2012 alle ore 2.06 ·



In questo contesto, verrebbe voglia di tacere sul merito dei problemi per dedicarsi solo alle alchimie italiane dei partiti italiani. Ma io penso che l’antidoto alla politica italiana consista nell’occuparsi dei problemi della Sardegna (totalmente abbandonati dalla Giunta e da molte forze politiche), per cui oggi mi occupo di una questione che seguo da tempo: il vino sardo.

Tempo fa, le Camere di Commercio di Nuoro e di Sassari hanno scritto all’Assessore all’Agricoltura su un tema molto importante per noi: i vini D.O della Sardegna, che sono: Cannonau di Sardegna, Vermentino di Sardegna, Monica di Sardegna, Moscato di Sardegna, Alghero, Vermentino di Gallura, Moscato di Sorso Sennori, Mandrolisai, Girò di Cagliari, Nasco di Cagliari, Nuragus di Cagliari, Moscato di Cagliari, Monica di Cagliari, Malvasia di Cagliari, Carignano del Sulcis.
La lettera è vecchia, ma molto importante. Eccola.

Le due camere dicono che “le Camere di Commercio sarde, che per anni hanno gestito in primis il controllo e la certificazione dei vini D.O. ai sensi della legge 164/92, pur creando un clima di stima e fiducia nelle istituzioni, sono state volutamente escluse per dare spazio a strutture private, senza il preventivo coinvolgimento della filiera. Con nota n. 24357/VII.5.2. del 27.09.2011, codesto Assessorato ha comunicato la modifica delle competenze e le modalità di rivendicazione delle produzioni D.O. e IGT attribuite alle Camere di Commercio ai sensi della citata legge 164/92, abrogata dal Decreto Legislativo 61/2010″.

Questa espropriazione di ruolo è avvenuta nonostante le due Camere abbiano tutti i requisiti di legge, nonché l’organizzazione e il corredo logistico per svolgere i controlli.

Invece, l’Assessore di allora all’agricoltura, Andrea Prato, a chi attribuì i controlli D.O. sui vini sardi? Alla società Valoritalia, nata nel 2009. Ecco il decreto. Che cosa scrivono le due Camere di Commercio sul lavoro di Valoritalia? Ecco qua:
“Valoritalia, a due anni dall’incarico conferitogli dal ministero, non risulta aver istituito sedi operative nell’isola, incassando dalla filiera D.O. controllata, centinaia di migliaia di euro per dare risposte al telefono ed effettuare sommari controlli in campagna e in cantina, con conseguenze immaginabili per gli operatori del settore, le garanzie sulla qualità del prodotto e l’immagine del territorio”.

Personalmente non so se debbano essere oppure le Camere di Commercio a occuparsi di filiera vitivinicola; so però che, quando abbiamo competenze e strutture qui da noi, dobbiamo usarle; e quando non le abbiamo, dobbiamo farcele, non buttare i nostri soldi nelle burocrazie italiane.
L’affidamento di Valoritalia scade quest’anno. Li mandiamo via?

Da Sardegna e libertà magazine del 26 maggio 2012

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