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venerdì 22 giugno 2012

VI RICORDATE ANCORA DEL REFERENDUM TRUFFA? NOI ABBIAMO LA MEMORIA LUNGA!



A proposito del referendum truffa del 6 maggio 2012, ci teniamo a ricordare ai Sardi la posizione che a suo tempo assunse a Manca pro s’Indipendentzia.
Sulle indennità: "dae corbu non naschet columba".

Nei giorni precedenti il referendum siamo persino stati accusati di voler difendere la casta, perché abbiamo puntualmente spiegato la natura truffaldina e imbrogliona dei quesiti e l’appartenenza alla cosiddetta “casta” dello stesso Comitato promotore referendario. Sostenevamo che l’unico risultato del referendum sarebbe stato quello di aumentare il potere dei politici regionali mentre, in buona fede, molti sostenevano l’operato di Prato e Vargiu.

Oggi possiamo valutare obiettivamente che avevamo ragione:

-   - Verranno abolite le ex nuove provincie e non si sa con che organismi verranno rimpiazzate, in ogni caso non c’è scritto da nessuna parte che i nuovi organismi saranno popolati da gente migliore di quella che prima affollava le provincie.
-   - Il numero dei consiglieri regionali è diminuito, e, mentre la spesa per la politica resta uguale, adesso potete avere la certezza che sarà ancora più difficile entrare in Regione se non si appartiene ad uno dei grossi partiti che vengono comunemente definiti “casta”. Perché per entrare in Regione ora saranno necessari molti più voti, quindi molta più spesa per la campagna elettorale che ovviamente soltanto i capi-bastone dei grandi partiti possono permettersi.
-   - I soldi che si pretendeva di togliere ai politici sono stati ben presto ripristinati, come vi avevamo detto, anche in questo caso, e i loro stipendi sono più al sicuro che mai.


-         In compenso i sardi hanno muittato via montagne di soldi per un referendum che aveva l’unico scopo di sponsorizzare la carriera politica di alcune “stelle” dell’italianismo in declino come appunto Prato e Vargiu!

Coloro che sono andati a votare sono stati ingannati, come noi cercavamo di avvertire, e hanno loro malgrado rafforzato la casta dei partiti italiani, altro che “grande vittoria del popolo sardo”, come qualcuno si era troppo presto affrettato a dire, travolto dall’entusiasmo! Altro che tagli agli stipendi dei consiglieri! Altro che «abrogazione» delle indennità!

Per la cronaca, 60 consiglieri hanno votato SI (tutti i gruppi politici rappresentati in Consiglio, dal Centro Destra al Centro Sinistra).
3 consiglieri astenuti, Dei Riformatori (promotori del referendum truffa), tre hanno abbandonato l’Aula e due sono rimasti votando SI.

Alla diffusione dei nomi dei consiglieri regionali che hanno approvato il ripristino delle indennità Michele Cossa, coordinatore regionale dei Riformatori Sardi (uno dei partiti principali ispiratori del referendum) ha commentato così: “… non ritengo accettabile il fatto che, questa mattina durante la pacifica manifestazione contro la norma sulle indennità consiglieri regionali, siano stati letti nomi di consiglieri regionali che in coscienza hanno fatto ciò che hanno ritenuto giusto".
Ogni considerazione a questo punto appare superflua.


Direttivo Politico Nazionale
A Manca pro s’Indipendentzia



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