ERANO DELLA REGIONE SARDEGNA QUASI LA META' DEI SOLDI
PUBBLICI INVESTITI NEL VORTICOSO GIRO DI CONTI ALLA MADDALENA: 280
MILIONI
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La
doppia B (Bertolaso-Balducci) per gli inquirenti indica i cervelli
delle operazioni tese a far lievitare i costi degli appalti, a
cominciare dalla Maddalena. Ma c’è una grande A, l’iniziale di Anemone,
che secondo gli investigatori avvicendatisi nelle indagini in questi
anni proiettata un’ombra su tutti i versanti della complessa vicenda di
corruzione. Il costruttore romano compirà 41 anni a luglio. Sarebbe stato lui il principale beneficiario degli intrallazzi nell’arcipelago
e nel Lazio. Deve rispondere di aver agito in combutta con dirigenti
pubblici e alti rappresentanti dei vertici ministeriali o dello Stato,
secondo pm e gup pronti a sacrificare gli interessi collettivi per
ottenere tornaconti personali.
PERUGIA
Via in Umbria al processo dell’anno per corruzione. Gli ultimi rebus
sulle incompiute e sugli appalti gonfiati per il G8 alla Maddalena
troveranno presto soluzione. Da oggi a Perugia la Cricca è alla sbarra.
Diciotto gli imputati: tutti eccellenti, e intoccabili sino a qualche
anno fa, coinvolti nel filone principale dell'inchiesta sui Grandi
eventi. A febbraio 2010 le manette scattarono per cinque di loro, ora
nessuno è più in cella. Secondo la Procura di Perugia, Bertolaso e
presunti complici in affari avrebbero agevolato imprenditori amici, in
special modo Diego Anemone, anche lui rinviato a giudizio. Tutto in
cambio di denaro, prestazioni sessuali, favori, prebende e regali. Con
un danno gravissimo per la comunità dell’arcipelago sardo. Ma il sistema gelatinoso non riguarda soltanto i lavori alla Maddalena.
Nonostante
gli accusati si proclamino innocenti, o addirittura estranei, il Gup
Claudia Matteini si è convinta della loro responsabilità in parecchie
faccende dai lati oscuri. Da qui le incriminazioni, che vanno dalla
corruzione all’associazione per delinquere (non contestata,
quest’ultima, all’ex capo della Protezione civile). Sono storie di
traffici sospetti nell’esecuzione di lavori pubblici. Legate anche ai
Campionati mondiali di nuoto (Roma 2009), allo stadio centrale del
tennis al Foro italico, al Museo dello sport italiano a Tor Vergata,
alle celebrazioni per il 150° anniversario dell’Unità. E, ancora, alla
caserma Zignani dei servizi segreti, sempre nella capitale, per
ristrutturazioni che si erano rese necessarie nel 2004. Tra le carte
spunta persino la prostituzione. Alcune «professioniste» sarebbero
infatti state reclutate da Anemone per offrire serate hard a Bertolaso,
al provveditore delle opere pubbliche De Santis e al suo collega Della
Giovampaola. Secondo l'accusa, in cambio dei vantaggi ricevuti dagli
imprenditori, Bertolaso avrebbe ottenuto la disponibilità di un
appartamento a Roma e quella di una massaggiatrice nel complesso
sportivo del costruttore, il Salaria Village. Spicciolo più spicciolo
meno, le imprese facenti capo ad Anemone avrebbero realizzato
illecitamente utili per complessivi 75 milioni. Finora un solo
indiziato è stato prosciolto nello scorso settembre, al termine della
fase preliminare di lunghe indagini contrassegnate da pedinamenti,
intercettazioni e messa a punto di una valanga di documenti a corredo
delle prove: è l’ex vicepresidente dell'istituto per il credito
sportivo ed ex senatore del Pd Alberto Covello. Non è detto che la
prima udienza di stamane, davanti al tribunale di Perugia, superi la
raffica di eccezioni e richieste di rinvio che molti legali si
preparano a presentare. Se il processo non slitterà e sarà comunque
avviato sul piano formale, potranno costituirsi parte civile i
danneggiati. Il Gup ha individuato tra le istituzioni lese la
presidenza del Consiglio e il ministero delle Infrastrutture, le stesse
autorità che avrebbero dovuto vigilare sul sistema gelatinoso
attribuito alla Cricca della Ferratella.
Ma il
Comune della Maddalena ha già annunciato che intende a sua volta
chiedere un risarcimento attraverso l’assistenza degli avvocati Tito
Milella e Gian Comita Ragnedda. E non si esclude che faccia un passo verso questa direzione la stessa Regione
Sardegna. Erano infatti suoi quasi la metà dei soldi pubblici
investiti nel vorticoso giro di conti alla Maddalena: 280 dei 410
milioni spesi in tutto per le Grandi opere dal 2008 in Italia.
(Pier Giorgio Pinna e Antioco Fois)
Da La Nuova Sardegna del 23 aprile 2012
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