ADESIONE ALLA MANIFESTAZIONE POPOLARE DI SABATO A BOSA MARINA
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È
da anni che si parla di soluzioni per lo sviluppo della nostra economia
e la pesca che potrebbe rappresentare per noi sardi un introito di
tutto rispetto non viene solo trascurata, ma addirittura svenduta dalla
classe politica italianista al primo buon offerente.
Se
i sardi avessero uno stato, o almeno una classe dirigente autorevole e
non sottomessa, i nostri pescatori non dovrebbero preoccuparsi. Il loro
mare sarebbe al sicuro dall’invasione delle grosse barche straniere che
praticano tipi di pesca che non solo rapinano sistematicamente i fondali
, ma ne pregiudicano quasi totalmente il naturale ripopolamento.
Così
non è, e come al solito i lavoratori sardi assistono impotenti alla
sfilata di consiglieri e assessori regionali fintamente impotenti e
imbelli, i quali cercano più che altro di ammansire gli animi e di
placare la voglia di ribellione a questo sistema di rapina e saccheggio
delle nostre risorse.
Quello
che accadrà a Bosa è la conseguenza di questa politica scellerata: Il
peschereccio toscano "I dieci Angelillo" con l'autorizzazione del
Ministero dell’Agricoltura e delle Foreste sbaraglierà la concorrenza
utilizzando le grandi reti (sistema di pesca col cianciolo) che
permettono appunto di portare a bordo enormi quantità di pescato in
tempi brevissimi setacciando il fondale e devastando l’ecosistema.
Duecento chilometri più a sud lo scenario non cambia: la pesca del tonno rosso riempie il conto in banca della famiglia
Greco di Genova proprietaria delle tonare di Carloforte. I Greco hanno
interesse a fare profitto, assumono lavoratori con stipendi da fame e
quasi mai di Carloforte. Sulle tonnare volanti (gestite da maltesi,
spagnoli, italiani) impiegano radar che individuano e catturano interi
banchi del pregiatissimo tonno rosso a rischio estinzione.
I tonni poi vengono trasportati
sino a Malta dentro enormi gabbioni galleggianti trainati da
rimorchiatori, ingrassati, macellati e imbarcati su speciali aerei
diretti verso il Giappone.
Insomma
ora i tonnaroti non ricevono più nemmeno la bottarga e il musciame che
gli garantiva di integrare la misera busta paga giornaliera e alla
popolazione di Carloforte non rimane della pesca al tonno, se non il
ricordo e antiche fotografie da museo.
Dopo il saccheggio delle risorse del suolo, del sottosuolo e dell’energia eolica e solare arriva il saccheggio del mare!
►A Manca pro
s’Indipendentzia appoggia la mobilitazione della comunità dei
pescatori bosani e la manifestazione di sabato 23 giugno alle 10:00
del mattino a Bosa Marina e il diritto ad azioni di disobbedienza
civile che ostacolino e impediscano ai pescherecci toscani la pesca
nelle nostre acque territoriali.
►A Manca pro s’Indipendentzia appoggia l’iniziativa della lista civica Tabarchin Pau ben in Cümun
di portare Carloforte a farsi promotore per una Moratoria per il
tonno rosso per il ripolamento dei mari e per il ritorno ad una pesca
nelle mani della comunità di Carloforte con tonnare fisse.
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Direttivo Politico Nazionale
A Manca pro s’Indipendentzia
TESTO ORIGINALE
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