Ancora una volta gli interessi militari prevalgono sugli interessi dei sardi
Sulla
questione dei Poligoni militari e sui giochi di guerra in Sardegna, noi
sardi non dobbiamo abbassare la guardia. Insospettisce l’enfasi nei
media e in gran parte della classe politica locale, sulle decisioni
prese dalla Commissione Parlamentare sull’Uranio Impoverito, riguardante
la progressiva chiusura dei Poligoni di Teulada e di Capo Frasca e la
parziale riconversione e conservazione del Poligono di Quirra.
Le
lotte delle popolazioni di queste parti della Sardegna avevano messo in
discussione la presenza dei poligoni e le sperimentazioni belliche che
avvenivano nel loro interno, creando gravi ripercussioni sulla salute
delle popolazione e dell’ambiente. La stessa RAS è stata sfuggente e
incapace di assumersi le proprie responsabilità di fronte a queste
preoccupazioni popolari, non imponendo la chiusura e la bonifica dei
poligoni.
In
questi ultimi mesi le indagini e l’impegno profuso dal Procuratore
Fiordalisi, ha liberato il campo da ogni dubbio sulla devastazione
territoriale, l’inquinamento ambientale da cause militari e quindi il
nesso indiscutibile fra le esercitazioni e sperimentazioni militari e le
malattie, le morti, le malformazioni alla nascita di uomini e animali.
Il
verdetto della Commissione che prevede “la progressiva dismissione del
poligono di Teulada e di Capo Frasca (già prevista da precedenti
Commissioni), e la persistenza del poligono di Quirra”, oltre un
successo delle lotte popolari su questi temi, è anche tragicamente un
punto a favore dei piani dei vertici militari e dell’industria bellica.
Un punto a favore del progetto di privatizzazione della Difesa su cui
puntano tante “lobby”, compreso l’on.le La Russa che si è prodigato
negli anni scorsi come ministro della Difesa dei governi Berlusconi.
A
sostegno di questa tesi, il Procuratore Fiordalisi, potrebbe
sicuramente fornire dati precisi emersi nel corso delle sue indagini.
Sorge
anche il legittimo sospetto che la Commissione Parlamentare, con le sue
decisioni a tratti molto confuse, intenda con ciò chiudere
frettolosamente l’inchiesta del Procuratore di Lanusei, prima che
emergano ulteriori responsabilità.
Da
troppo tempo, sotto la copertura del segreto militare, nel poligono di
Quirra hanno operato indisturbati Stati guerrafondai e industrie
belliche. Quirra è il luogo dove i blocchi mondiali dell’Est e
dell’Ovest, durante la “guerra fredda” e anche dopo la caduta del “muro
di Berlino”, venivano ad esercitarsi, a sperimentare e poi a smaltire i
loro armamenti obsoleti facendoli brillare in loco.
Ciò che è avvenuto ci impone inevitabilmente qualche riflessione.
-Perché
la Commissione vuole affidare allo Stato Maggiore della Difesa
l’esecuzione e il controllo delle bonifiche ambientali dei luoghi
contaminati, tenendo conto che esso stesso è responsabile di ciò che è
avvenuto nei poligoni?
-Gli
interventi in atto nel mare di Quirra, con il recupero di missili e
residuati bellici dai fondali, è l’unico tipo di bonifica che s’intende
effettuare, senza alcun controllo sullo stato di inquinamento e quindi
sulla salute del territorio e del mare?
-E’ dato conoscere ai cittadini e alle nostre istituzioni quali saranno i metodi e i tempi per attuare le bonifiche dalla radioattività, dalle nano particelle e da tutte le polveri da guerra?
-La
Commissione, sul Poligono di Quirra, parla di “riqualificazione”, di
“ridimensionamento” e di “destinazione delle aree militari ad uso anche
civile e duale”, cioè civile e militare insieme. Parla di “Polo
tecnologico” e cioè, di un poligono di guerra elettronica che dovrebbe
sperimentare le ultime tecnologie di guerra e di morte (ad esempio i
droni, gli aerei armati senza pilota). E’ questa la riqualificazione che
le popolazioni sarde chiedono per creare “lavoro pulito e sviluppo” in
queste aree?
La
decisione tardiva della Commissione e la grande enfasi generata sui
media potrebbe essere funzionale a far dimenticare ai sardi il problema
primario e cioè quello delle bonifiche, a partire dai terreni
interessati dalle radiazioni di torio: isotopo radioattivo riscontrato
nei corpi recentemente riesumati di diversi pastori deceduti negli anni.
La
relazione della Commissione Parlamentare, prospetta l’adozione di un
Piano da avviare con l’intesa della RAS, “fatte salve le sue prerogative
di Autonomia”, per l’attuazione di non precisate bonifiche dei luoghi.
Non
vorremo che quest’accordo comportasse una “compartecipazione
finanziaria” della Regione Sardegna per le bonifiche, creando con ciò
confusione sui ruoli e sulle responsabilità, e assolvendo anche
finanziariamente lo Stato italiano (nella fattispecie il Ministero della
Difesa) dall’inquinamento da esso provocato nell’arco di 50 anni. Un
inquinamento pagato dalle popolazioni con la propria vita mentre ciò ha
creato allo Stato italiano grandi utili derivati dagli affitti dei
poligoni alle multinazionali degli armamenti.
A
tutt’oggi resta imprecisato e aperto il problema dei risarcimenti dei
danni subiti dalle popolazioni locali, dall’ambiente e dalle economie
locali agro-pastorali e della pesca.
Anche
stavolta, la Commissione Parlamentare, demanda parte delle sue
conclusioni all’ennesima “indagine epidemiologica”, come se in questi
anni non si fossero susseguite diverse indagini epidemiologiche che
hanno contribuito anch’esse a svelare gli scenari inquietanti
all’interno del poligono di Quirra; Ma che sono anche servite da alibi
per rinviare sempre di più i tempi per la chiusura dei poligoni.
Ancora
una volta in Sardegna, nonostante i successi parziali, sembrano poter
prevalere gli interessi militari e dell’industria bellica sui diritti
dei sardi, per cui è fondamentale che l’informazione, la vigilanza e la
mobilitazione su questi temi non vengano ad assopirsi e continuino fino
alla vittoria dei nostri interessi.
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