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sabato 2 giugno 2012

L’IDENTITÀ SARDA PREVALE TRA LE NUOVE GENERAZIONI Sono gli under 30 a sentirsi «sardi e non italiani»


pubblicata da SARDEGNA UNITA E INDIPENDENTE il giorno giovedì 31 maggio 2012 alle ore 23.59 ·
 



Gli esiti della ricerca dell’ateneo di Cagliari: l’identità locale prevale tra le nuove generazioni

I giovani si sentono «più sardi che italiani», chi ha 60 anni tende a definirsi sia l’uno che l’altro. Tra le curiosità della ricerca dell’Università di Cagliari sull’identità, c’è una “freccia” generazionale: sono perlopiù gli under 30 a sentirsi «sardi e non italiani», e «più sardi» i 30-45enni. Invece quelli che vanno oltre questa età si sono detti, in prevalenza, entrambe le cose.
Lo hanno fatto per rispondere al sondaggio creato dalle cattedre di Diritto costituzionale e di Statistica. Dopo le anticipazioni rese note in un seminario all’Università di Edimburgo (che collabora all’indagine), ieri a Cagliari sono stati illustrati gli esiti di un lavoro avviato tre anni fa, con un finanziamento regionale.

IL SONDAGGIO L’idea del costituzionalista Gianmario Demuro, coordinatore della ricerca, era indagare la percezione dei sardi dei concetti di identità, autonomia regionale e specialità statutaria. Ne è nato un questionario di enorme successo sul web: circa seimila risposte. Un team guidato dal professor Francesco Mola ha poi affinato l’opera, in modo da avere risultati statisticamente attendibili.
Il quadro finale conferma che l’identità locale è più marcata di quella italiana: «Circa il 49% – ha sottolineato Ilenia Ruggiu, docente di Diritto costituzionale – indica come appartenenza più forte quella alla nostra regione o alla propria città o paese, solo il 17% indica l’Italia». Incrociando questo col 70% che dice che si può diventare sardi, si delinea – nota Ruggiu – un’identità «mista, non etnica, inclusiva».

LA PROPOSTA Quanto al quesito più sardo o più italiano? , oltre agli aspetti generazionali riassunti da Luca Frigau, circa uno su quattro si sente solo sardo e quasi il 40% più sardo che italiano. Ma basta una spiccata identità per farne la base del nuovo Statuto sardo?

Per il costituzionalista Andrea Deffenu, no: «Non introdurrei identità di Stato o di Regione. L’identità tende a dividere l’umanità in due. Altro è prevedere norme, anche costituzionali, per tutelare cultura, lingua, tradizioni». Meglio un «preambolo non identitario», che definisca la Sardegna come «terra di ospitalità, e di chi si ispira al rispetto reciproco e alla solidarietà».

Proposte utili per i politici presenti in sala (all’inizio è intervenuto il vicepresidente della Regione Giorgio La Spisa, ribadendo «l’interesse della Giunta per questo studio, molto concreto perché incide su come viene concepita la specialità»). Così come le preferenze “istituzionali”: c’è un 40% di interesse per l’indipendenza dell’Isola (dall’Italia o anche dall’Ue), composto più da uomini che da donne, mentre il 46% (con prevalenza di anziani) vorrebbe una Regione con poteri fiscali.

RAPPORTI CON LO STATO I giuristi Giovanni Coinu e Roberto Cherchi hanno commentato altre risposte, come il 95% che vede difficoltà nella gestione dell’autonomia. Qualche contraddizione degli intervistati, sui temi economici, è stata esposta da Antonio Fadda: su sanità e istruzione si vorrebbero più poteri per il Consiglio regionale, ma si chiede sempre che paghi lo Stato.

«Se la politica non riesce a rappresentare la specialità, crolla la fiducia della gente», ha concluso Demuro. «Per esempio i sardi dovrebbero essere informati su ciò che fa il Consiglio regionale. Forse non è un caso che quel palazzo sia chiuso, impenetrabile, oscuro, mentre il parlamento scozzese è luminoso, trasparente». Differenze e analogie con la Scozia sono state approfondite dal sociologo dell’ateneo di Edimburgo Michael Rosie, che ha avvertito: «Non c’è legame diretto tra forte identità e autonomia. Da voi c’è la più alta percentuale di persone che non “sentono” l’appartenenza al proprio Stato: più che in Scozia, Galles, nei Paesi Baschi. Ma chi è in fondo a questa classifica, la Catalogna, ha anche l’autonomia più forte».
Giuseppe Meloni

Da L'Unione Sarda del 31 maggio 2012

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