Nell'Isola
si è aperta la discussione sulla legge che regolerà il taglio della
spesa pubblica nel prossimo quadriennio e che mette a rischio
l'autonomia.
,
L'appuntamento con il voto di fiducia alla Camera sulla spending review è rinviato a martedì.
Nel frattempo, nell'Isola, si è aperta la discussione sul da farsi per
tutelare gli interessi dell'autonomia sarda, messi a rischio da alcuni
dei provvedimenti che Monti e i suoi tecnici hanno fatto inserire
nella legge che regolerà il taglio della spesa pubblica nel prossimo
quadriennio.
Sotto la lente d'ingrandimento sono finiti, in particolare, i passaggi a proposito della:
regolamentazione
dei rapporti con la Tirrenia (la Regione non avrà più il diritto di un
parere vincolante sulla stipula delle convenzioni, ma verrà
esclusivamente consultata),
l'accantonamento
dei fondi delle entrate che lo Stato dovrebbe versare alle casse
regionali, e il taglio di quasi un miliardo nei trasferimenti alla
Regione e agli enti locali.
COME SI COMPORTERANNO I DEPUTATI ELETTI IN SARDEGNA?
Parlando nei giorni scorsi alla Camera, l'ex presidente della Regione
Mauro Pili ha attaccato senza mezzi termini il governo, elencando i torti ai danni della Sardegna, e preannunciando voto contrario.
Uno che si dichiara
incerto è il coordinatore regionale del
Pdl Settimo Nizzi
, che deciderà il da farsi tra lunedì sera e martedì mattina: «Non
posso che tener conto dell'indicazione del mio gruppo a votare per la
fiducia - fa notare - ma non possiamo negare che, ancora una volta,
questo governo si distingue per disattenzione nei confronti della
Sardegna.
È da mesi che stiamo facendo notare la cosa a Monti e ai
suoi ministri, mi viene da dire che forse è arrivato il momento di
mettere in campo un'iniziativa forte per mostrare in maniera chiara la
nostra delusione».
Incerto («ma tendente al no») è anche il suo collega
Salvatore Cicu , che del Pdl
è vicecapogruppo: «Per quel che riguarda i tagli nei trasferimenti
potrei anche accettare, in via di principio, la richiesta di assunzione
di responsabilità che arriva dall'esecutivo - dice - ma sono
intransigente sul tema dell'autonomia violata. Soprattutto nel
passaggio col quale il governo vuole trovare una giustificazione al
ritardo nei trasferimenti della quota di entrate che spetta alla
Sardegna.
Il no alla fiducia non è un tabù, ma sarebbe inutile se
si trattasse di un'iniziativa fine a se stessa. Se ci saranno le
condizioni per lanciare un segnale, non mi tirerò indietro».
Chi non ha nessun dubbio sul pollice verso è l'altro parlamentare del
Pdl Bruno Murgia
: «Voterò per fatto generale e ideologico contro questo governo. Niente
è stato fatto per la questione dell'insularità e niente in tema di
federalismo. Insopportabile, poi, che si parli di ricercare accordi con
regioni ed enti locali solo dopo i tagli: il percorso avrebbe dovuto
essere inverso».
Di parere diverso è il compagno di gruppo
Carmelo Porcu -Pdl: «
Voterò la fiducia
solo per una questione di responsabilità nazionale, perché ho preso
l'impegno di sostenere il governo. Ma è chiaro che mi lamenterò del
cattivo trattamento riservato alla nostra Isola».
Paolo Vella (Pdl) dice di riconoscersi nelle parole di fuoco di Mauro Pili («voterò senz'altro no»),
mentre
Giuseppe Cossiga
non nasconde la delusione nei confronti dei tecnici, pur manifestando
l'intenzione di votare la fiducia: «Non siamo determinati, vista l'ampia
maggioranza della quale dispone Monti. Non nascondo di essere deluso
dall'atteggiamento del governo ma
voterò sì, seguendo le indicazioni del gruppo».
Dal Pd critiche ma conferma del sostegno a Monti:
«Ci
chiedono di sostenere dei tagli altissimi, in percentuale molto più
pesanti rispetto a quelli delle ragioni a statuto ordinario - dice
Giulio Calvisi Pd- c'è anche l'anomalia dei debiti di Tirrenia nei confronti di Saremar, che vengono fatti sparire da un giorno all'altro. Ma
non servirebbe votare contro, i colleghi del Pdl lo avrebbero dovuto fare prima, col precedente governo».
Un concetto ripreso dall'altro democratico
Paolo Fadda
: «C'è un brutto clima contro le regioni a statuto speciale, anche a
causa di cattivi comportamenti di realtà come la Sicilia. Abbiamo il
dovere di sostenere la causa della Sardegna ma
non servono le iniziative demagogiche».
Federico Palomba , dell'Idv, conferma il suo voto contrario (fedele alla linea del partito e convinto dalle penalizzazioni riservate alla Sardegna),
mentre
Caterina Pes (Pd) (VOTERA'
SI) svela un'altra trappola contenuta nella legge: «Con un comma di
due righe si tenta di cancellare lo status di lingue minoritarie da
tempo conquistato dalla lingua sarda e da quella friulana - fa notare -
cercherò di sventare questa possibilità attraverso un emendamento. Se
fosse bocciato, proporrei un ordine del giorno».
Anthony Muroni
Da L'Unione Sarda del 5 agosto 2012