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sabato 23 giugno 2012

Non solo veleni: adesso a Quirra i militari devastano 20 chilometri di bosco per costruire un muro.


pubblicata da Sardegna Quotidiano il giorno mercoledì 20 giugno 2012 alle ore 16.24 ·
               
Le ruspe hanno lavorato per giorni in mezzo al bosco: via ginepri, alberi, arbusti e piante di ogni tipo per ricavare delle zone libere dalla vegetazione. Strisce larghe circa quattro metri che corrono per oltre 20 chilometri, realizzate in una zona estremamente delicata. E per due ragioni: da un lato perché interessa un’area carsica a rischio idrogeologico, dall’altro perché a confine tra il territorio di Villaputzu e il poligono militare del Salto di Quirra.

I lavori - eseguiti per conto della struttura militare sotto gli occhi allibiti degli abitanti dei dintorni - sono andati avanti a ritmo sostenuto e, con ogni probabilità, sono solo il primo passo per realizzare la recinzione che dovrà rendere inaccessibili le zone inquinate del poligono interforze. Un’opera imponente e avviata senza la richiesta di nessuna autorizzazione sulla quale la Guardia Forestale sta cercando di fare chiarezza. E i risultati dei primissimi accertamenti sono già finiti in procura. In sostanza si sta cercando di appurare se i militari potevano legittimamente aprirsi quel vastissimo varco in mezzo al bosco – zona normalmente tutelata e vincolata – senza chiedere il permesso a nessuno, oppure se sono state infrante le regole e commessi reati. Il fascicolo, aperto per violazione della normativa ambientale, è finito sulla scrivania del sostituto procuratore Marco Cocco, mentre gli accertamenti della Forestale proseguono.

Di certo, però, resta il fatto che delle ampie porzioni di bosco sono state sacrificate “alla ragione militare” e le stellette non sono andate per il sottile realizzando una sorta di lunghe trincee tra la vegetazione – ancora da misurare con precisione – in cui probabilmente verrà sistemata la recinzione garantita dall’Aeronautica mesi fa, in occasione della richiesta di dissequestro del poligono. Nel chiedere di riavere a disposizione il PISQ, a cui la procura di Lanusei aveva messo i sigilli nell’ambito di un’inchiesta per disastro ambientale, i vertici militari avevano promesso bonifiche e assicurato che le zone compromesse sarebbero state rese inaccessibili fino al loro ripristino.

E proprio oggi si apre l’udienza preliminare che dovrà decidere sul rinvio a giudizio dei venti indagati per i cosiddetti veleni di Quirra. A rischiare il processo sono i generali: Fabio Molteni, Alessio Cecchetti, Roberto Quattrociocchi, Walter Maulon, Carlo Landi, Paolo Ricci. I colonnelli comandanti del distaccamento di capo San Lorenzo: Gianfranco Fois e Fulvio Ragazzon, più il responsabile del servizio di prevenzione e protezione del poligono dal 2000 fino al 2008, Walter Carta. A questi si aggiungono i componenti della commissione del ministero della Difesa: Giuseppe Di Donato, Vittorio Sabbatini, Vincenzo Mauro. I docenti universitari e tecnici dell’istituto di scienze ambientali di Siena, Francesco Riccobono, Giuseppe Protano, Fabio Baroni, Antonello Luigi Di Lella, chimici dell’Sgs, Gabriella Fasciani e Gilberto Nobile più medico del lavoro e docente universitario, Pierluigi Cocco e l’ex sindaco di Perdasdefogu Walter Mura.
Maddalena Brunetti

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