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venerdì 15 giugno 2012

Dopo aver acquistato all'asta i macchinari e i telai della Legler di Tossilo da parte di una industria tessile turca ora sempre una azienda turca ha concluso l'affare con l'industria grafica Sarprint



Macomer, dopo la Legler ai turchi anche la Sarprint

Venduti gli impianti di Tossilo che hanno stampato L’Unità, Libero, Sardegna 24. Nel 1978 le macchine di Tuttoquotidiano le comprò una finanziaria di Gheddafi
di Paolo Maurizio Sechi 
 
MACOMER. Che il capoluogo del Marghine avesse una vocazione commerciale si sapeva dalla metà del secolo scorso ma che in questo periodo di crisi del settore mercantile gli acquirenti arrivassero dalla Turchia nessuno lo avrebbe immaginato.
Lo shopping più conveniente per chi arriva dall'estero si trova nella zona industriale. 

Dopo aver acquistato all'asta i macchinari e i telai della Legler di Tossilo da parte di una industria tessile turca ora una azienda grafica dell'estrema parte orientale dell'Europa ha concluso l'affare con l'industria grafica Sarprint, chiusa dal mese di novembre dello scorso anno.

L'azienda milanese di Paderno Pugnano ha ceduto ai turchi per circa 230mila euro l'intero impianto di produzione di Tossilo. Un vero affare: 2 torri colore (macchinari tecnologicamente all'avanguardia), 11 gruppi stampa, 2 sbobinatori, le linee di spedizione e i due CTP (computer to plate) e altri piccoli accessori e macchinari.
Nello stabilimento Sarprint erano impiegati prima della chiusura del centro stampa 12 dipendenti, tutte figure professionali qualificate, anche se nel 2005 i lavoratori assunti sono arrivati ad essere circa una ventina grazie alle diverse commesse che l'azienda era riuscita ad assicurarsi.
Dal 2002 nel centro di Tossilo sono stati stampati diversi quotidiani come L'Unità, Libero, Il Riformista, 2 edizioni del Giornale di Sardegna, Il Manifesto, Sardegna 24 e vari mensili e periodici come Nuoro Jazz, Piccoli e grandi affari, Europa e il Messaggero Sardo.
Nel 2005 era anche previsto l'ampliamento dell'azienda con l'acquisto di altre sei torri colore e l'allargamento del capannone ma negli ultimi anni la riduzione di commesse e i "buchi" di diversi milioni lasciati da qualche editore hanno portato la Sarprint al collasso nonostante il passaggio di stampa dal sistema di film in pellicola al rivoluzionario e tecnologicamente all'avanguardia per il periodo ovvero il macchinario in CTP (stampa foto diretta su lastra computerizzata laser).
Il trasloco è iniziato la settimana scorsa con lo smontaggio e carico di una parte di macchinari su un autoarticolato della ditta turca Martas diretta nel territorio di Istanbul mentre per liberare completamente la fabbrica dai macchinari di stampa saranno necessari diversi altri viaggi.
Non è è la prima volta che le macchine di una azienda stamatrice isolana vanno all’estero. In passato (correva l’anno 1978) è toccato anche al giornale Tuttoquotidiano che veniva stampato a Cagliari.
Le macchine, dopo la chiusura della testata vennero cedute a una finanziaria libica controllata dalla famiglia Gheddafi, per essere impiegate nella realizzazione di prodotti editoriali in lingua araba.

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