La Regione ha deciso di impugnare il decreto “ammazza-tonnare” del Governo.
La delibera è stata adottata ieri mattina dalla Giunta presieduta da
Ugo Cappellacci e prevede di chiedere l'intervento della Corte
Costituzionale perché sospenda in via cautelare il decreto con il quale il ministro delle Politiche agricole Mario Catania ha determinato le quote-tonno da assegnare alle tonnare fisse del Sulcis.
LA COMPETENZA Secondo
la Giunta regionale quel decreto viola “la competenza legislativa
esclusiva della Regione in materia di pesca, non segue alcuna intesa
tra Governo e Regione, ma soprattutto, perché non tiene conto della
specificità delle tonnare fisse della Sardegna”. Duro il commento del
presidente Cappellacci e dell'assessore all'Agricoltura Oscar Cherchi:
«Non possiamo permettere - hanno spiegato - che un decreto calato
dall'alto possa mettere a rischio il futuro delle nostre tonnare fisse, tra le pochissime ancora esistenti in tutto il Mediterraneo».
I
due esponenti della Giunta Regionale hanno inoltre ribadito che «il
decreto del Governo, se attuato, non farebbe che aggravare la crisi
economica di in territorio come il Sulcis già piegato dalla crisi
dell'industria, Tra l'altro si tratta di un provvedimento che non
valuta l'importanza di questo particolare sistema di pesca da punto di
vista culturale e delle nostre tradizioni».
I TONNAROTTI La
Regione ha fatto propria le perplessità dei tonnarotti e delle società
che gestiscono le tonnare. La quota-tonno di 120 tonnellate assegnata
dal ministero, infatti, avrebbe condannato le società ad un passivo di
centinaia di migliaia di euro. La circostanza era stata già prospettata
dall'assessore Cherchi che il 20 marzo scorso aveva segnalato
al Governo come la quota prevista di 120 tonnellate fosse
inconciliabile con l'equilibrio economico delle tre tonnare fisse della
Sardegna.
Da L'Unione Sarda del 19 aprile 2012
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