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sabato 14 aprile 2012

FERMARE la STRAGE di STATO - 15 APRILE SIT-IN MENSILE A CAGLIARI

Dopo anni di segreti, reticenze, depistaggi, sopratutto grazie all’opera del Dr. Domenico Fiordalisi della Procura di Lanusei, ormai il muro dell’omertà è stato squarciato sui veleni di Quirra e sulle stragi consumate nelle basi  e nelle missioni militari.
Questo risultato, importante ma ancora parziale, è dovuto anche all’opera di sensibilizzazione svolta da alcuni comitati e dai parenti delle vittime. La mobilitazione continua…
Il Comitato sardo Gettiamo le Basi, Famiglie militari uccisi da tumore, il Comitato Amparu (Teulada) e il Comitato Su Sentidu (Decimo), organizzano per domenica

15 aprile SIT-IN mensile a Cagliari, piazza del Carmine, ore 10

VERITA’ e GIUSTIZIA
per gli uccisi da veleni di guerra e di poligono
FERMARE la STRAGE di STATO

Ecco il documento posto a base della manifestazione.
Dal 15 luglio 2011 il rappresentante del Governo ci offre molte parole di umana comprensione, il Governo permane in silenzio tombale.

LA VERITA’ sulla STRAGE di STATO, nota a tutti, è stata ormai dimostrata dalla Procura di Lanusei con prove inoppugnabili (rese note dai media a partire dal 24 marzo). Con un lavoro durato poco più di un anno ha risolto “il mistero” - che da 11 anni si vuole tale - del disastro ambientale e sanitario causato dal poligono Quirra-Perdasdefogu. Ha trovato alcune delle “armi del delitto”: lo smaltimento della spazzatura bellica Italia-Nato, sia in discariche fuorilegge, sia con i brillamenti fuorilegge, e conseguente contaminazione di aria, suolo, acque; le emissioni radar; il torio radioattivo sparso dai missili, accumulato e conservato nelle povere ossa degli uccisi. Ha messo sotto accusa:
* alcuni degli intoccabili in divisa, otto generali, un maggiore, due colonnelli, il tenente ex sindaco di Perdasdefogu;
* alcuni complici di alcuni dei depistaggi, i sei responsabili di due indagini “scientifiche” truffa approntate dal ministero della Difesa;
* due esponenti della vasta “zona grigia” dedita all’ostinata rimozione dell’evidenza. Il sindaco di Perdasdefogu e l’epidemiologo medico competente del poligono sono indagati per ostacolo aggravato alla difesa da un disastro e favoreggiamento aggravato.
Nulla toglie alla dimostrazione oggettiva del nesso causale tra le attività militari e la strage l’ipotesi, purtroppo realistica, che “gli intoccabili” evitino l’accusa di omicidio plurimo volontario. I meandri e i mille rivoli della catena di comando, la distribuzione di responsabilità in un groviglio inestricabile di livelli (dal soldato che ha eseguito l’ordine al Capo Supremo delle Forze Armate Italiane, ai vertici Nato) garantiscono l’anonimato, rendono improbabile individuare gli assassini con nome e cognome, quindi procedere contro
BLOCCARE la STRAGE di STATO esige una decisione politica immediata, non è demandabile né subordinabile ai tempi biblici del sistema giudiziario dell’Italia, ripetutamente condannata dall’UE per questo motivo. Il Governo ha l’obbligo impellente di sospendere subito le attività dei poligoni che devastano la Sardegna, non solo in base al principio di precauzione, ma anche in osservanza degli atti parlamentari d’indirizzo per l’Esecutivo, datati 23/2/2011, che gli hanno impartito la direttiva di chiudere i poligoni “ove emergessero oggettive situazioni di rischio” o “qualora risultasse un collegamento con l’alta incidenza dei tumori registrata”. Le due mozioni complementari del centrodestra e del centrosinistra, approvate dal Senato all’unanimità, sono un punto fermo. L’indagine della Procura, con la forza dell’evidenza sostenuta da prove inconfutabili, ha fatto cadere “ogni ragionevole dubbio” sul nesso causa/effetto. Non esistono più scappatoie. Ricordiamo le parole pronunciate in aula il 23/2/11 dal firmatario della mozione della maggioranza Pdl a sostegno della chiusura dei poligoni in Sardegna: “C’è un dato ormai acclarato. In quei territori abbiamo un’incidenza particolarmente alta di tumori (..) vi sono anomalie nella nascita degli animali allevati. Insomma il nesso esiste ed ormai non possiamo procrastinare una decisione”..

Dal PARLAMENTO ESIGIAMO che:
* difenda le sue prerogative incalzando il governo affinché esegua le direttive impartite il 23/2/011 e rientri nell’ambito della legalità provvedendo all’equa distribuzione sul territorio nazionale dei gravami militari scaricati sulla Sardegna in misura abnorme (il 60% del demanio a terra, non ci sono termini di raffronto con le altre Regioni sull’enormità delle zone aeree e marittime militarizzate);
* si attivi per fugare il sospetto feroce di avere inteso affidare la “scoperta della verità indiscutibile” all’ennesima puntata della farsa ricerca scientifica infinita mirata a NON trovare. Il sospetto è avvalorato dalla scelta furbesca dello strumento inadeguato, l’indagine epidemiologica N°3 in programma e dall’ultima trovata bipartisan, entusiasticamente sostenuta dal sindaco indagato, di potenziamento del poligono della morte Salto di Quirra in cambio della chimera della liberazione di Teulada e Capo Frasca;

Dalla REGIONE ESIGIAMO
che apra una vertenza forte con lo Stato e faccia valere in tutte le sedi e con tutti gli strumenti di sua competenza:
* la cessazione dei “giochi di morte” del ministero della Difesa e delle FF.AA.; * il diritto alla salute e all’ambiente salubre;
* il diritto all’equa distribuzione dei gravami militari; * l’obbligo di chi ha inquinato a disinquinare e farsi pieno carico dei danni.

Dal GOVERNO PRETENDIAMO
S Sospensione delle attività dei poligoni dove si sono registrate le patologie di guerra;
E Evacuazione dei militari esposti alla contaminazione dei poligoni di Teulada, Decimomanno-Capo Frasca, Quirra
R Ripristino ambientale, bonifica seria e credibile delle aree contaminate a terra e a mare;
R Risarcimento ai malati e alle famiglie degli uccisi,
R Risarcimento al popolo sardo del danno inferto all’isola.
A Annichilimento, ripudio della guerra e delle sue basi illegalmente concentrate in Sardegna in misura iniqua;
I Impiego delle risorse a fini di pace.

Notizia del 14 aprile 2012

Fonte:
Democraziaoggi.it

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