L'isola di Santo Stefano resta prigioniera della servitù militare di Guardia del Moro. Il Consiglio di Stato ha accolto la richiesta di sospensiva della sentenza del Tar presentata dal ministero della Difesa.
I
giudici di Cagliari avevano dato ragione al Comune e annullato il
provvedimento che imponeva un nuovo vincolo sul deposito interrato di
munizioni di Guardia del Moro, esteso su 17 ettari. Una decisione
congelata adesso dal Consiglio di Stato, che sospende l'esecutività
della sentenza di primo grado fino al giudizio di merito. I giudici
romani riconoscono l'interesse pubblico della comunità maddalenina e
stabiliscono di valutarlo meglio nella fase di merito.
Ma al momento ritengono superiore l'interesse della difesa nazionale.
«Ci aspettavamo una decisione di questo tipo – commenta l'avvocato
Gian Comita Ragnedda che difende gli interessi del Comune –.
Presenteremo subito istanza al Consiglio di Stato perché si pronunci in
tempi rapidi con una sentenza. Non vorremmo che i giudici di Palazzo
Spada con questa decisione abbiano voluto solo rimandare il problema. E
che sfruttando la lentezza della giustizia il ministero possa
continuare ad agire sul sito di Guardia del Moro nonostante la
coraggiosa pronuncia del Tar.
Una nota positiva, seppur
in un contesto a noi non favorevole, è che ancora una volta il
Consiglio di Stato, con giudici e sezione diversi rispetto al passato,
ha riconosciuto implicitamente che gli interessi pubblici sono degni di
approfondimento in sede di merito». Solo qualche mese fa il Tar aveva
dato ragione al Comune scrivendo una sentenza storica. Trenta pagine che
annullavano il provvedimento del ministero della Difesa, ratificato
dal Consiglio dei ministri, che imponeva una nuova servitù su Guardia
del Moro.
Prima lo Stato aveva cercato di prorogare il vincolo che già per 30 anni aveva reso prigioniera Santo Stefano.
Una decisione impugnata dalla giunta guidata dal sindaco Angelo
Comiti. Una causa arrivata fino al Consiglio di Stato e poi decaduta,
dopo un primo pronunciamento del Tar favorevole all'ente locale. Ma nel
novembre 2008 lo Stato tenta di nuovo la conquista di Guardia del Moro
e avvia l'iter per imporre un vincolo di servitù ex novo per cinque
anni. Secondo il Tar il ministero avrebbe dovuto tenere conto
dei cambiamenti in corso nell’isola e delle azioni in campo per passare
da una economia statalista a una turistica. Sentenza appellata dal
ministero e oggi temporaneamente sospesa. Fino al giudizio di merito.
Da La Nuova Sardegna del 27 aprile 2012
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