La crisi del capitalismo e la lotta di liberazione nazionale in Sardigna
Da un secolo all’altro.
Esattamente un secolo fa l’Europa viveva una stagione particolarmente travagliata.
Lo
sviluppo industriale, così come aveva accelerato a grande velocità il
progresso tecnologico, lacerava terribilmente la società dividendola tra
masse enormi di diseredati e sfruttati e ristrette élites di ricchi
capitalisti e borghesi. Le banche preparavano la più sanguinosa delle
battaglie, avviando il processo di costituzione dei monopoli mondiali
dell’industria e della finanza. A causa principalmente di questo
fattore, e per accumulare al più presto un vantaggio sui concorrenti, le
guerre di aggressione coloniale si susseguivano nei confronti di Asia e
Africa.
Nei
parlamenti degli Stati europei, salvo eccezioni, le destre e le
sinistre si fronteggiavano a suon di scandali, unendosi solennemente
come un corpo solo ogni qualvolta fosse necessario salvaguardare le
esigenze dei banchieri e dei capitalisti, a partire da questioni fiscali
sino ad avviare una spaventosa corsa agli armamenti e a dare il via
libera ad una serie di sanguinose guerre coloniali e imperialiste. Le
classi benestanti, da parte loro, si godevano la Belle Époque, reagendo
con una buona dose di ottimismo ai minacciosi segnali di distruzione che
offuscavano l’orizzonte.
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