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venerdì 11 maggio 2012

Le grandi banche d’affari fanno soldi con la crisi

La crisi del capitalismo e la lotta di liberazione nazionale in Sardigna

Da un secolo all’altro.
Esattamente un secolo fa l’Europa viveva una stagione particolarmente travagliata.
Lo sviluppo industriale, così come aveva accelerato a grande velocità il progresso tecnologico, lacerava terribilmente la società dividendola tra masse enormi di diseredati e sfruttati e ristrette élites di ricchi capitalisti e borghesi. Le banche preparavano la più sanguinosa delle battaglie, avviando il processo di costituzione dei monopoli mondiali dell’industria e della finanza. A causa principalmente di questo fattore, e per accumulare al più presto un vantaggio sui concorrenti, le guerre di aggressione coloniale si susseguivano nei confronti di Asia e Africa.
Nei parlamenti degli Stati europei, salvo eccezioni, le destre e le sinistre si fronteggiavano a suon di scandali, unendosi solennemente come un corpo solo ogni qualvolta fosse necessario salvaguardare le esigenze dei banchieri e dei capitalisti, a partire da questioni fiscali sino ad avviare una spaventosa corsa agli armamenti e a dare il via libera ad una serie di sanguinose guerre coloniali e imperialiste. Le classi benestanti, da parte loro, si godevano la Belle Époque, reagendo con una buona dose di ottimismo ai minacciosi segnali di distruzione che offuscavano l’orizzonte.

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