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martedì 8 maggio 2012

La fame e il pericolo sono sempre là ...

La fame e il pericolo sono sempre là: noi votiamo e le banche, assolte e nascoste dai giornali, vendono la terra

 Dal blog di Paolo Maninchedda

 Dopo i referendum, si riparlerà di cose concrete, cioè di tutte quelle gravi situazioni da cui la gente, i partiti e le istituzioni stanno scappando perché non sanno cosa fare.
Io continuo a fare il mio dovere, costruendo con altri un gruppo con una testa diversa da quella dominante, un gruppo che abbia in testa l’assunzione piena della responsabilità del governo dei processi, che sappia dove mettere le mani, che lavori e costruisca soluzioni più che manifestazioni. Ci sarà una proposta alle prossime regionali che unirà sovranità, sviluppo, libertà, competenza e responsabilità. E ci sarà con o contro i partiti, poco importa. Oggi essere indipendentisti significa sapere cosa fare e assumersi la responsabilità di farlo. Se dovrò guidare, guiderò; se invece, come mi auguro, dovrò aiutare, aiuterò. Chi vuole partecipare, si faccia sentire. L’11 sarò a Baunei e il 12 a Terralba.


Mi preme però far notare una cosa: mentre la Sardegna si occupava di referendum, una banca molto importante pare abbia venduto i suoi crediti ad un’altra banca o finanziaria specializzata nel settore. Dentro questi crediti ci sarebbero anche quelli dell’agricoltura. Che sta succedendo? Succede questo: il pastore ha un debito di 100; la banca che acquista questo credito lo paga 20; poi va dal pastore e gli comunica che se vuole estinguere quel debito (di 100) può o pagare (ma se non è ancora risucito a pagare, vuol dire che non ci riuscirà certamente adesso) o concedere un po’ di terra per un impianto fotovoltaico, dal quale non incassa nulla ma che è in grado di produrre un gettito capace di coprire il rateo per estinguere il suo debito. Come nei film western americani, le banche strozzano l’agricoltore e poi magicamente compare il responsabile della compagnia ferroviaria che fa l’offerta che non si può rifiutare, la quale nella fattispecie ruba sole e terra: i pastori continuano a vendere il latte di vacca a 0,35 e quello di pecora, quando va bene, a 0,70, e nonostante vi siano modi importanti e pratici per aiutarli (ne parlerò nei prossimi giorni) e sono abbandonati al rapporto capestro con le banche che si avvantaggiano delle loro limitate conoscenze in campo bancario e finanziario. Rispetto a queste cose, serve un nuovo ceto politico organizzato, non generiche proteste o mobilitazioni impiegatizie.


Faccio un altro esempio: un importante piccola impresa del mio territorio ha acquisito una commessa rilevante per realizzare grandi impianti in giro per il mondo. Le servono saldatori specializzati. Non li trova. La politica delle rivendicazioni generiche ha prodotto operai generici: il mondo dell’impresa certifica la poca utilità del poco sapere diffuso tra i sardi. Chi non sa, subisce e molti sardi sanno troppo poco. Il sapere, per noi più che per gli altri, è denaro. E il sapere è fatica non protesta.
L’indipendentismo è oggi questo: sapere, saper fare, saper costruire. Esattamente il contrario della politica che evita i problemi. 


A Macomer stiamo costruendo una cooperativa di consumo originalissima, che unisce consumatori, produttori e distributori in un vincolo solidale molto forte, senza un euro di finanza pubblica. Macomer comincia a capire che i sardi, nelle difficoltà, si uniscono, non si scannano.

Riflettevo ieri sera su alcuni fatti: mentre noi si pensava ai referendum, il Governo italiano ha concluso una sofisticata operazione con cui si è impossessato delle risorse di regioni e comuni, nonché dei loro conti correnti, e ha chiuso i rubinetti delle erogazioni; contestualmente il Governo italiano ha annunciato tagli anche sulla scuola, il settore su cui in Sardegna occorrerebbe investire di più; contestualmente il governo italiano aumentato le tasse; le banche continuano a raccogliere denaro in Sardegna - quel poco rimasto - e a prestarlo magari a Ligresti; la burocrazia regionale - vera responsabile dell’inefficacia di qualsiasi politica - continua ad essere terribile, anonima e irresponsabile di fronte ai suoi doveri; ; E.On continua a passare pericolosamente vicino alla Bocche con le sue petroliere e a non fare il quinto gruppo a carbone; Terna continua a tutelare il cartello elettrico di Enel, Saras e E.On che noi paghiamo duramente; Onorato continua a tenere la Sardegna in ostaggio attraverso la Tirrenia, sovvenzionata dallo Stato italiano per tenere in ostaggio la Sardegna.

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