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martedì 7 agosto 2012

NUCLEARE MILITARE IN SARDEGNA?: un segreto italiano

pubblicata da SARDEGNA UNITA E INDIPENDENTE il giorno Domenica 5 agosto 2012 alle ore 1.25 ·
 



La tentazione di costruire un proprio arsenale (nucleare) colpisce il governo italiano, che tra il 1974 e il 1976 fa eseguire tre test di un missile in grado di essere equipaggiato con una testata atomica. I lanci di prova avvengono in Sardegna, nel poligono militare di Quirra, all’estremo lembo sud-orientale della provincia di Nuoro.

Gli esperimenti sono coperti dal solito segreto di Stato. Il primo test del missile Alfa, un vettore a due stadi, si svolge il primo febbraio 1973. La ratifica da parte italiana del trattato di non proliferazione delle armi nucleari giungerà soltanto nell’aprile del 1975. Il “Programma tecnologico diretto allo sviluppo di un carburante solido ad alto potenziale per razzi per applicazioni civili e militari” – rivelano gli incartamenti top secret del ministero della Difesa – decolla nel 1971 in collaborazione tra Marina e Aeronautica.

Nessuna menzione della testata nucleare, nessun accenno alla vera natura dell’operazione. Alfa era un razzo vettore composto da due stadi, il primo lungo quasi 4 metri, il secondo pochi centimetri meno di tre metri. Le società impegnate nel progetto erano Aeritalia, Selenia e Sistel, con Bpd Spazio incaricata di produrre il carburante.

Siamo nella sesta legislatura del parlamento italiano. Presidente del consiglio dei ministri è Giulio Andreotti, responsabile della difesa è Mario Tanassi, mentre al dicastero degli esteri siede Giuseppe Medici. La ratifica da parte italiana del trattato di non proliferazione delle armi nucleari arriverà nell’aprile del 1975: fino a quel momento e oltre i nostri governi e gli apparati militari non erano sottoposti ad alcun tipo di vincolo per ciò che riguardava la costruzione e il dispiegamento di missili a testata nucleare.

L’Italia a quel tempo era sul mercato: con le centrali atomiche aperte, acquistava uranio e plutonio dagli Usa (documenti ministero degli Esteri), necessario alla realizzazione della bomba atomica. L’idea, sostiene il giornalista scientifico Giovanni Caprara “era quella di disporre di un missile simile all’americano Polaris, da poter imbarcare e lanciare da bordo di sottomarini o di unità di superficie, come l’incrociatore Giuseppe Garibaldi, già armato con lanciamissili”.

Ecco qualche documentato esempio sulle ricerche segrete. Il Rapporto 1010 (3 settembre 1973) del Camen è eloquente:
Studio sulla possibilità di impiego di plutonio in sostituzione di uranio 235 nei reattori nucleari termici”. Alla stregua del rapporto 1037 (6 maggio 1974) “Progetto di un elemento di combustibile sperimentale per esperienza di conversione Uranio-Plutonio nel reattore G. Galilei”; e del rapporto 1041 (21 agosto 1974) intitolato “Impianto di laboratorio per il ritrattamento di uranio irraggiato”. Ed ancora del rapporto 1154 (2 settembre 1977), denominato “Progetto di impianto di produzione di esafluoruro di uranio” e del rapporto 1158 (12 settembre 1977), intitolato “Immagazzinamento di rifiuti radioattivi in formazioni saline”.

Tratto da Articolo Tre del 4 agosto 2012

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