In Italia circa tremila giovani hanno scelto di mettersi alla
guida di un gregge come precisa scelta di vita per non arrendersi alla
crisi provocata dalle delusioni dell'economia di carta. E'
quanto stima la Coldiretti, in occasione delle rilevazioni Istat
sull'occupazione, nel sottolineare che si tratta in gran parte di
giovani che intendono dare continuita' all'attivita' dei genitori ma ci
sono anche ingressi ex novo spinti da una scelta di vita alternativa a
contatto con gli animali e la natura.
Quando a guidare il
gregge sono i piu' giovani si assiste secondo la Coldiretti ad un
impulso nell'attivita' con il 78 per cento dei giovani investe - anche
nella crisi - sul miglioramento dei prodotti aziendali. La diffusa
capacita' di innovazione si concentra sulla qualita' e sulla sicurezza
del prodotto ma anche nella capacita' di presidiare il mercato
attraverso nuove formule commerciali come la vendita diretta del proprio
prodotto.
...Simone Cualbu e' un allevatore di 35 anni di
Gavoi e conduce, in agro di Macomer, un'azienda agricola con
ordinamento ovi-caprino di 75 ettari con 300 capi.
Il formaggio
(DOP), prodotto esclusivamente con latte crudo di pecora di razza sarda
allevate al pascolo, viene affumicato e successivamente portato a
stagionare nelle cantine a Gavoi.
La passione per il suo
lavoro non gli ha fatto dimenticare l'impegno civile. E' Presidente
della Coldiretti di Nuoro-Ogliastra ed e' anche componente del direttivo
del Consorzio di Tutela del formaggio Fiore Sardo (DOP) nonche'
Presidente del Consorzio Produttori Storici Pastori. La presenza dei
giovani e' una garanzia per il futuro della pastorizia in Italia dove si
producono - sottolinea la Coldiretti - oltre 60 milioni di chili di
formaggi pecorini dei quali oltre la meta' a denominazione di origine
(Dop).
All'esportazione va oltre il 25% della
produzione. Nella produzione Made in Italy a denominazione di origine a
fare la parte del leone - continua la Coldiretti - e' il Pecorino Romano Dop che copre l'80%, ma
hanno ottenuto la protezione comunitaria come denominazioni di origine
anche il pecorino Sardo, il Siciliano e il Toscano e quello di Filiano
oltre al Fiore Sardo ed al Canestrato Pugliese.
La
pastorizia e' un mestiere ricco di tradizione che ha anche un elevato
valore ambientale e dalla sua sopravvivenza dipende la salvaguardia di
razze in via di estinzione a vantaggio della biodiversita' del
territorio, dalla rustica pecora sarda alla pecora sopravissana
dall'ottima lana, dalla pecora comisana con la caratteristica testa
rossa a quella massese dall'insolito manto nero che rappresentano un
patrimonio di biodiversita' il cui futuro e' minacciato da un concreto
rischio di estinzione.
Tra i fattori che mettono a rischio
il futuro della pastorizia ci sono il fatto che - sostiene la
Coldiretti - piu' della la meta' della carne di agnello in vendita e'
importata, soprattutto dai paesi dell'est, all'insaputa dei consumatori e spacciata come Made in Italy perche' non e' stato ancora introdotto l'obbligo di indicare l'origine in etichetta previsto dalla legge nazionale sostenuta dalla Coldiretti ed approvata all'unanimita' dal Parlamento.
E
non va meglio per il latte. Dalla mungitura quotidiana di una pecora si
ottiene in media solo un litro di latte che viene pagato attorno ai 70
centesimi al litro ben al di sotto dei costi di allevamento si
avvicinano all'euro. Qui a pesare - conclude la Coldiretti - e' la
concorrenza sui mercati internazionale dei pecorini low cost prodotti
soprattutto nell'est Europa e spacciati come Made in Italy.
2 maggio 2012
AGI
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