Domenica
06 Maggio, il Movimento Sardigna Libera invita tutti i sardi ad andare a
votare per i 10 referendum esprimendo liberamente il proprio pensiero
su di essi, qualsiasi esso sia.
La
partecipazione popolare è alla base di una democrazia reale e di un
percorso condiviso di autodeterminazione e libertà per ogni popolo.
Personalmente voterò NO al quesito referendario (Scheda Celeste)
sulla riduzione a 50 degli attuali consiglieri regionali in quanto,
come la proposta passata in Consiglio Regionale, che ha visto la
riduzione da 80 a 60, non entra in merito ai reali costi della politica,
dagli stipendi dei consiglieri ai costi spropositati della macchina
amministrativa regionale, degli assessorati, degli enti, delle agenzie e
delle consulenze esterne. Con la riduzione numerica, si vuole creare
una “super-casta” incontrollabile dai cittadini e con l’esclusione delle
formazioni minoritarie. Si costruisce così una democrazia amputata e
controllata dalle lobby del bipartitismo italiano che vuole escludere in
Sardegna le differenze politiche e culturali tipiche e frutto della
storia sarda.
E’ con questo spirito che voterò SI (Scheda Fucsia) all’abrogazione dei consigli di amministrazione di tutti gli
Enti
strumentali e Agenzie della Regione Autonoma della Sardegna, in quanto
fonti di sperpero di danaro pubblico, grazie all’attribuzione abituale
di ruoli di responsabilità a personaggi incompetenti e inadeguati.
Quindi è un SI contro lo sperpero, l’inefficienza, il clientelismo, la
lottizzazione propria del sistema dei partiti.
Voterò NO anche al quesito, (scheda viola)
in quanto ritengo che questa forma di presidenzialismo demagogico sia
completamente opposta alla partecipazione democratica e alla
condivisione sull’elezione diretta del Presidente della RAS.
Voterò SI ai cinque quesiti riguardanti le province (scheda verde – grigia – arancione – rosa – verde chiaro)
sull’abrogazione delle province, in quanto, purtroppo come strumenti
intermedi di partecipazione popolare e di programmazione del territorio
hanno fallito il proprio compito, diventando in alcuni casi esse stesse
strumenti di ulteriore centralismo e di cattiva gestione delle risorse,
quasi a voler imitare la RAS. Le province inoltre, territorialmente non
rispecchiano per nulla le aree storico-culturali della Sardegna e
comunque sono un’eredità anacronistica napoleonica, fatta propria dai
governi sabaudi e italiani.
Auspico
che su questi temi fondamentali di partecipazione popolare e gestione
del territorio a tutti i livelli, si inauguri realmente, fuori dalla
demagogia del momento, una stagione di decentramento dei poteri dalla
RAS ai Comuni e/o agli strumenti di partecipazione che le collettività
liberamente e democraticamente vorranno darsi.
Voterò SI (scheda gialla)
per la riscrittura a suffragio universale dello Statuto della RAS in
quanto rappresenta un momento di rottura del sistema dei partiti, anche
se in questo momento storico, dove da Roma in tutti i modi si cerca di
abolire la specificità sarda, una sua riscrittura senza un
coinvolgimento politico e culturale sui temi della nostra Specificità ,
dell’Autonomia, del percorso di autogoverno e di indipendenza del popolo
sardo, potrebbe essere un boomerang, lanciato dalla classe politica
sarda, mediatrice con l’Italia, che poi si ritorcerebbe contro lo stesso
nostro Popolo e le sue aspirazioni di libertà.
Auspico
che la ragione e gli interessi dei sardi abbiano il sopravvento sulla
demagogia di questo momento politico elettorale e sugli interessi dei
partiti italiani e sui loro giochi di palazzo, utili solo a conservare
il loro potere, i loro privilegi e a perpetuare così la nostra
sudditanza coloniale.
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